Tuesday, July 12, 2011

MANLIO LOMBARDI



Famiglia Lombardi-Potosniak

L’11/09/1971 mi sono sposato. Viaggio di nozze tranquillo.

Dopo il viaggio, con la verde NSU 1200, ci insediammo nella nostra casa in viale Lincoln n. 241. La casa non era completamente arredata. Avevamo la camera da letto e la cucina economica.

Nel 1972 per assistere ad una partita di calcio nel campo del Centro di Formazione (C.I.A.P.I) saltai da un tetto del CIAPI, alto circa 3 metri, e nel cadere invece di andare sul terreno morbido inciampai con il tallone sinistro sullo spigolo di un marciapiede. In conseguenza di questa di questa caduta mi ruppi il perone sinistro. In quel momento non sentii nessun dolore ma poco dopo mi assalì un dolore fitto al piede. Fui accompagnato all’ospedale da un collega del CIAPI, Antonio Barone, ma fui dimesso con una semplice fasciatura. Il giorno seguente mi recai di nuovo in ospedale dove riscontrarono una frattura multipla del perone. Il giorno successivo fui sottoposto ad un intervento chirurgico con trapianto ossei dalla tibia al perone mediante schegge di osso prelevate dalla tibia.

Fui dimesso dall’ospedale con un vistoso gesso che mi copriva gamba e coscia quindi impossibilitato a camminare normalmente. Per tale motivo mi trasferii con Bruna, che lavorava alla 3M Italia in San Marco di Caserta, a casa dei miei genitori dove vivemmo per 5 mesi fino a che mi tolsero il primo e il secondo gesso.

Data l’immobilità dell’arto, che si era dimagrito fortemente, frequentai una palestra per la riabilitazione dell’arto.

In quello stesso anno acquistai una nuova macchina: una Simca 1300 di colore azzurro.

In seguito acquistammo i mobili per il salone (successivamente li regalammo a Vincenzo, figlio di Grazia).

Il 30 aprile 1974 nacque Laura e l’11 agosto del 1975 nacque Francesca.

Intanto Bruna continuava a lavorare alla 3M che lascerà dopo 15 anni di servizio. Con pensione che ha percepito al minimo al compimento dei 60 anni di età.

Per diversi anni, dopo aver acquistato, prima una roulotte e poi un camper, abbiamo girato un po’ d’Europa e buona parte dell’Italia.

Da rilevare che durante alcune gite perdemmo Francesca, prima allo sbarco del traghetto in Sicilia poi, qualche anno dopo a Venezia. Allo sbarco in Sicilia la trovammo insieme ad un marinaio del traghetto. A Venezia la ritrovammo vicino alla Basilica di San. Marco, vi era arrivata da sola.

Durante le visite in alcune città europee (Parigi, Versailles, Monaco di Baviera, Lugano, Salisburgo, Lintz, e altre ancora ho notato che anche un rudere o una sola pietra sono ben conservati e valorizzati; cioè quel poco che hanno sono riusciti a sfruttalo dal punto di vista turistico. Invece in Italia, che possiede ben il 75% del patrimonio culturale mondiale non è per niente sfruttato dal punto di vista turistico.

I vari governi che si sono succeduti non hanno fatto niente per valorizzare quest’immenso patrimonio che abbiamo in Italia. Forse ora si sta muovendo qualcosa ma solo a livello locale senza l’aiuto del Governo. In Italia oltre alle opere esposte ve ne sono tantissime ammucchiate nei depositi e nei sotterranei dei musei senza che potessero essere visionate dai turisti. Solo nel museo di Capodimonte a Napoli nei suoi depositi vi sono un numero elevato di opere mai viste dal pubblico. Allora perché, almeno le opere meno importanti non si mettono in vendita? Si potrebbero ricavare fondi da destinare ai Beni Culturali e valorizzare le opere “nascoste” non solo, ma anche creare nuovi posti di lavoro.

Da questo punto di vista tutti i Governi che si sono succeduti sono stati ottusi. In effetti per i vari governati quello che importa è la “colla” che li deve tenere attaccati alle loro poltrone. Per questa ed altre ragioni sono convinto che nessun politico, salvo rare eccezioni, pensa al bene comune.

Nel 1993 acquistai una roulotte usata e con essa siamo stati in alcune città europee e in molte città italiane.

Nel 1997 ho acquistato un camper usato ed anche con questo mezzo siamo stati in diverse città italiane.

Con l’istituzione delle Regioni nel 1980 il Centro Professionale non fù più finanziato e, noi insegnanti, fummo destinati ad altre strutture regionali. Io optai per la Forestale Regionale a Caserta presso il Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Foreste. Dopo un breve periodo di tirocinio mi fu assegnata la Sezione Antincendio boschivo di cui ho svolto mansione di responsabile della programmazione e della tutela dei boschi contro gli incendi. Ho svolto questo lavoro fino alla pensione.

Anche questo lavoro mi è piaciuto molto perché ho avuto modo di conoscere bene tutte le montagne della provincia di Caserta. Spesso seguivo l’evolversi degli incendi sul luogo degli eventi, sia da terra che a bordo di un elicottero della Regione Campania da dove potevo meglio coordinare lo spegnimento degli incendi più gravi.

A volte mi sono trovato, insieme agli operatori, accerchiato dalle fiamme; ma con le dovute precauzioni siamo sempre “sopravvissuti”.

Avevo alle mie dipendenze 28 operatori antincendio durante l’inverno e 148 operatori antincendio durante il periodo di massima pericolosità da giugno a settembre.

Oggi, con l’esperienza che ho acquisito, mi sono accorto che tutta l’organizzazione regionale non bada tanto all’effettiva efficienza della struttura ma si è badato solo a quello che poteva apparire all’opinione pubblica e all’acquisto di automezzi poco adatti all’antincendio boschivo senza tener conto delle effettive esigenze di ogni Settore e senza interpellare chi opera direttamente sugli incendi. Inoltre le risorse, col passare degli anni sono state sempre ridotte, probabilmente dirottate su altri capitoli di spese.

Tu che hai letto fin quì ti credi che è finito, ma ti sbagli. Se hai avuto la pazienza di leggere sino ad ora continua fino all’ultima pagina!

Ora propongo delle domande a te che leggi.
1. Sai dirmi chi sei veramente?
2. Cosa ci fai sul pianeta Terra?
3. Da dove vieni?
4. Dove andrai quando finirà il tuo tempo terrestre?
5. Quale è lo scopo della tua vita terrena?

Se hai risposto a tutte queste domande sei sulla strada giusta. Ma se ne hai mancata anche una sola non sai chi sei né sai perché esisti.
L’umanità di oggi si affanna a bloccare, con il consumismo, la risposta a queste domande, che fin dalla sua genesi essa si è posto ma mai ha avuto una risposta.
Questi pensieri se li porta per tutta la vita, sono la risoluzione di non avere voglia di ricercare le risposte alle domande che sempre si è posto.

Se si risponde con la mente a questi eterni quesiti si potrebbe dare la risposta non assoluta ma un’illusione di verità con la propria logica dovuta alla qualità delle informazioni e delle circostanze che sono in suo possesso.
Esiste una quarta dimensione? Si. E’ il mondo dell’immaginario, l’infinito.
Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo ? mi sono chiesto fin dall’inizio di questa scrittura.
Nelle righe che seguiranno potrei dare una risposta, quella che ritengo sia la MIA RISPOSTA; questa risposta è per me logica e coerente, mi ha dato il senso della VITA ed il piacere di viverla; chissà che non possa essere di utilità anche per te che mi leggi.
Noi sosteniamo che per assurdo, anche se la mia risposta non fosse la Verità Assoluta, essa però ha dato senso logico alla nostra Vita, ciò vuol dire che funziona, ecco perché la consiglio anche agli altri; il tempo poi darà a Tutto ed a Tutti la Vera risposta.
In fin dei conti l’Uomo essendo una parte compartecipe dell’Infinito, deve PARTECIPARE al gioco di quello che potrebbe essere della vita infinita.
Non servono molti argomenti per convincersi che la parte essenziale di ognuno di noi non è solo questo corpo fatto di carne, ossa, sangue, ecc. che possiamo rimirare in uno specchio.
Ciò che noi siamo non è solo la materia del nostro corpo, ma essenzialmente siamo anche lo Spirito.
Infatti se ci anestetizziamo e poi perdiamo una gamba od un braccio od ambedue le gambe o tutte due le braccia o se ad una parte del corpo facciamo del male, il nostro spirito non ricevendo informazioni dagli organi interessati sensori del male, non riceverà nessuna sensazione di dolore; ciò vuol dire che il nostro Ego non è solamente o sopra tutto nelle parti amputate; e nel caso di amputazioni non perdiamo la nostra personalità, la nostra esperienza, la quale ci permette di dire: “Penso dunque sono” e parafrasando dire: “Io sono ciò che penso”.
Comunque esiste una intima relazione fra corpo e Spirito, in quanto il primo permette al secondo di arricchire il proprio potere informazionale.
Noi siamo principalmente Spirito che utilizza la materia per arricchire all’Infinito il proprio potere informazionale; infatti la “materia” non è che la parte esteriore dello Spirito, il corpo dell’Informazione, che proviene e ritorna attraverso l’infinito che e' la caratteristica intrinseca del: “se esisto io sono”, oppure: “ego cogito, ergo sum”. Se penso quindi esisto. Ma chi mi permette di pensare? Il corpo! Allora il pensiero si serve del corpo, scaturisce dal corpo. Ma allora quando il corpo è giunto al suo termine non posso pensare più? A prima vista la risposta sembrerebbe: SI! Ma allora tutto finisce alla fine del corpo! Questo assioma porterebbe a pensare che oltre la vita non esiste nulla. E’ qui che entrano in gioco le teorie della creazione dell’uomo:
1. creazionismo
2. evoluzione
3. intelligent design
Abbiamo scartate le prime due quindi ci rimane la terza soluzione che si calza perfettamente con la mente umana, cioè è un disegno intelligente e in quanto tale la mente umana e quindi lo Spirito fanno parte di un progetto che non può finire in quanto tende all’infinito.
Dove possiamo “localizzare” lo Spirito ?
La materia è il mondo esterno; il mondo esterno è tutto ciò che ci circonda compreso l’Universo ed il nostro corpo; quindi apparentemente sembra che esso sia localizzabile nell'uomo, nella testa, ma dove? di fatto non vi è posto ove localizzare lo Spirito, dato che TUTTO lo spazio e la materia dell’Universo, costituiscono il mondo esterno.
Sicuramente l’Universo è molto più complesso di quanto ci hanno insegnato gli “scienziati ufficiali".
Ciò che chiamiamo impropriamente “materia”, ha insita in Se stessa una nascosta proprietà, quella di avere la caratteristica del continuo accumulo dell’InFormAzione in quanto segue le Finalità e gli scopi dell’Universo.
Tutto ciò che è manifestato ha perciò un “fuori” ed un “dentro”; un fuori, ove è situata ciò che noi chiamiamo “materia” ed un dentro nel quale è situato lo “lo Spirito”.
Infatti la parola stessa InFormAzione (cio' che si sta formando) descrive bene il concetto: “l’Informazione, il dato, l’Idea è Azione nella Forma ed aziona la forma stessa” ed introduce quindi l’idea che ella è contenuta nella materia stessa, la forma, ed aggiunge quella delle varie possibilità della mente (elaborazione delle idee o meglio “funzione” della forma) in tutta la “sostanza” (contenitore) ed a tutti i livelli dell’Energia.
Tutte le religioni e le varie correnti filosofiche di tutti i tempi, hanno teso più o meno a dare queste risposte; siccome però la logica umana si trasforma a seconda delle informazioni che si hanno sulla Vita stessa, ecco che nel corso del tempo queste risposte si sono modificate.
Oggi abbiamo molte più informazioni di qualche secolo fa sulla Vita, ma nel contempo assistiamo ad una “fuga” dell’Uomo dalla ricerca della vera conoscenza sulla vita stessa.




L’ESISTENZIALISMO

L’uomo che si interroga sulla VITA è divenuto un animale in estinzione, in quanto il potere imperante costituito, sociale, finanziario, medicale e religioso, ha fatto di tutto e da molto tempo perché egli NON pensasse più, ma che egli sia solo un esecutore di ordini impartiti con la paura, dal potere dello Stato, da quella dei virus e dei batteri o da quella dell’Inferno; è come se in una famiglia, i genitori impartissero una istruzione, una educazione ai propri figli in questi termini: “Fai così, altrimenti ti picchio”; senza fornire risposta sensata al perché “non si deve fare”, ma e sopra tutto, senza rispondere ai “perché”, alle domande che i figli pongono nel loro crescere.

Guarda caso al contrario fin da piccolo, l’Uomo si pone continui “perché”, poi con il crescere, la famiglia, la società, i gruppi, le religioni, ecc., con i loro tabù o misteri, cercano di soffocare questa meravigliosa attitudine a tendere verso la ricerca della spiegazione a TUTTI i perché della VITA.

Il senso di importanza di questi quesiti, si è trasmesso nei vari secoli dal pensiero filosofico alla massa della gente qualunque; ma nella maggioranza la creduta impossibilità a dare le risposte, dare un senso all’esistenza, le conseguenze sono divenute pesanti, alcune le abbiamo tutti sotto gli occhi, per esempio l’estrema difficoltà a tenere assieme una qualsiasi morale; il ragionamento che essi fanno è questo: se il senso della VITA dell’Uomo è inspiegabile, questa vita è assurda, non logica; quindi il disfacimento morale di oggi è dovuto alla creduta impossibilità nel dare le risposte ai perché sulla VITA, in quanto il singolo trova di norma, enormi difficoltà a costruirsi la propria morale o tavola dei valori e cioè dare un senso, una direzione alla propria esistenza; ecco che l’Egocentrismo ha preso il sopravvento dell’Ego, per mezzo della Mente/organo che gli mente e l’essere non tende ad identificarsi anche negli altri copartecipanti alla Vita, ma bada a soddisfare solo i propri desideri perversi, così facendo cade nel “buco implodente e risonante” della propria insoddisfazione e così crea questa angoscia crescente che gli impedisce di trovare le origini primarie, che invece stanno proprio nel rispondere alle varie domande sulla vita.
Non servono molti argomenti per convincersi che la parte essenziale di ognuno di noi, l’EGO, non è solo questo corpo fatto di carne, ossa, sangue, ecc. che possiamo rimirare in uno specchio.
Ciò che noi siamo non è solo la materia del nostro corpo, ma essenzialmente siamo anche lo SPIRITO, l’Informazione contenuta nella materia, la stessa del corpo.
Infatti se ci anestetizziamo e poi perdiamo una gamba od un braccio od ambedue le gambe o tutte due le braccia o se ad una parte del corpo facciamo del male, il nostro spirito non ricevendo informazioni dagli organi interessati sensori del male, non riceverà nessuna sensazione di dolore; ciò vuol dire che il nostro EGO non è solamente o sopra tutto nelle parti amputate; e nel caso di amputazioni non perdiamo la nostra personalità, la nostra esperienza, la quale ci permette di dire: “Penso dunque sono” e parafrasando dire: “Io sono ciò che penso”.
Noi siamo principalmente Spirito cioè In-form-azione , che utilizza la materia per arricchire all’Infinito il proprio potere informazionale; infatti la “materia” non è che la parte esteriore dello Spirito.
Dove possiamo “localizzare” lo Spirito ?
La materia è il mondo esterno; il mondo esterno è tutto ciò che ci circonda compreso l’Universo ed il nostro corpo; quindi apparentemente sembra che esso sia localizzabile nell'uomo, nella testa, ma dove ? di fatto non vi è posto ove localizzare lo Spirito, dato che TUTTO lo spazio e la materia dell’Universo, costituiscono il mondo esterno.
Sicuramente l’Universo è molto più complesso di quanto ci hanno insegnato gli “scienziati ufficiali".
Ciò che chiamiamo impropriamente “materia”, ha insita in Se stessa una nascosta proprietà, quella di avere la caratteristica del continuo accumulo dell’InFormAzione.
Infatti la parola stessa InFormAzione (cio' che si sta formando) descrive bene il concetto: “l’Informazione, il dato, l’Idea è Azione nella Forma ed aziona la forma stessa” ed introduce quindi l’idea che ella è contenuta nella materia stessa, la forma, ed aggiunge quella delle varie possibilità della mente (elaborazione delle idee o meglio “funzione” della forma.
Un bambino di 5 anni ugualmente, egli ha dentro la Sua esperienza; un neonato ugualmente, egli ha dentro la Sua esperienza; perché dovremmo fermarci qui e non retrocedere oltre? Ma quindi se così è, anche il feto/Uomo che sta crescendo nel grembo materno, ha la Sua esperienza; ne possiamo essere certi, per il fatto che in regressione ipnotica o in fase di rilassamento psichico, i soggetti ci raccontano le esperienze vissute in prima persona mentre erano nel grembo materno; raccontano i fatti con tutti i particolari, perché li hanno visti, sentiti, odorati, possiamo dire anche toccati, cioè vissuti.
Eppure “sembrerebbe” che il feto sia una “cosa” senza possibilità di elaborare dati; il feto ha il Suo Spirito, la sua esperienza; lo Spirito, l’Informazione e l’esperienza sono di fatto naturalmente presenti fin dalla fecondazione dell’ovulo, come nello spermatozoo ed anche oltre; è di tutta evidenza che viste queste considerazioni, siamo contrari all’aborto; più avanti riprenderemo questo problema.
Eccoci arrivati velocemente verso la fine della mia ricerca sulla “localizzazione” dello Spirito.

Chi e,' cosa e', dov'e' Dio ?
Ma allora tutto l’UniVerso materiale è Pensante e ciò che noi vediamo attraverso i telescopi è il “fuori”, il corpo di una personalità cosciente e pensante Universale (che alcuni religiosi chiamano Dio), in realtà è un figlio dell’Infinito, il vero “DIO”, come il nostro corpo è il “fuori” di una personalità cosciente e pensante corporea come l’Uomo.

Tutto ciò porta a rivedere tutte le nostre considerazioni ed a riflettere sulle nostre azioni nei confronti di noi stessi, del nostro prossimo e dell’ambiente nel quale viviamo

Chi Siamo, da dove veniamo, dove andiamo, ci siamo chiesti all’inizio del paragrafo, tento di rispondere:
Siamo sopra tutto, lo ripeto, Spirito.

Sembra notorio che utilizziamo al massimo il 10 % del Cervello per la nostra vita, e l’altro 90 % a cosa serve ???
Forse in questo 90% si trova l’essenza completa del nostro essere, se così fosse ci vorranno milioni di anni per attivare il restante delle capacità intellettive.

Invece il mito del 10%, diffuso negli anni ’60, è solamente una leggenda metropolitana nata probabilmente in seguito all’opera di divulgazione del famoso psicologo William James alla fine del 1800. Egli parlò spesso del potenziale inespresso del cervello riferendosi al ’10% delle nostre capacità’ che si trasformò poi nel ‘10% del cervello’ forse grazie al giornalista Lowell Thomas che nel 1936 nella prefazione di un famoso libro di Dale Carnegie parlò per la prima volta delle potenzialità inespresse dell’essere umano, innescando un’idea mitica ma fortunatamente fantasiosa smentita dalla rivista “Scientific American”. Se dio vuole, il nostro cervello è lì, completamente a nostra disposizione, il problema forse non è quanto ne usiamo, ma come.

Quindi una risposta definitiva e possibilista alle nostre domande non può esserci ancora.

Ammesso che ci fosse una risposta, dopo aver lasciato il nostro involucro cosa faremo?

Quindi sorgeranno altre domande e poi altre domande ancora e altre domande ancora e così di seguito.

Allora è meglio non porci nessuna domanda fin dall’inizio, quindi rimarremmo in una beata ignoranza. Ma questo non è possibile poiché l’uomo si è posto sempre delle domande in attesa delle risposte definitive.

Ultime domande
dopo la vita terrena:
come saremo, cosa faremo?
a queste domande si potrebbe rispondere in due modi.

1. Secondo la religione cattolica saremo di nuovo corpo ed anima; vivremo in eterno nella gloria di Dio.
2. Secondo la razionalità ci trasformeremo in qualcosa di indefinito ma diversi da come siamo adesso.

A queste domande i materialisti rispondono che non c’è nulla dopo la vita. Ma ciò è impossibile solo se consideriamo le leggi della fisica: nulla si distrugge nulla si crea dal nulla. Quindi, comunque ci sarà un’altra forma di vita.

Alle stesse domande i credenti rispondono che vi sarà la resurrezione e si vivrà una vita eterna.

In ogni caso, dopo esserci liberati del nostro involucro (passaggio dalla vita terrena ad un’altra) si andrà a vivere in un’altra dimensione temporanea e poi, alla fine dei tempi saremo al cospetto di Dio in una vita eterna con significati a noi ancora ignoti, o meglio, insieme a Dio e, secondo non solo la religione cattolica ma anche di altre religioni, saremo di nuovo non solo anima ma anche corpo senza le attuali sofferenze.

Parmenide, basandosi sui principi d'identità e di non contraddizione, afferma proprio che l'essere è e non può non essere ed il non essere non è e non può essere.
Infatti, che l'essere (l’io) esista, è una certezza: noi lo vediamo, lo percepiamo con i nostri sensi. Il non essere invece non esiste per definizione e quindi non può essere pensato. Non potendo essere pensato, il non essere risulterà quindi inesprimibile e il nostro linguaggio potrà riferirsi solo all'essere, ed è all'essere che gli uomini, secondo Parmenide, devono tendere, per poter conoscere la realtà.
Quindi io, in qualità di essere pensante, esisto e tutto ciò che mi circonda, poiché lo percepisco con i sensi, esiste.

Quindi riferendoci alle tre teorie della genesi:
• il “creazionismo è basato su credenze o fatti che non sono documentabili in assoluto.
• L’”evoluzionismo” è basato su prove scientifiche ma che non vanno dietro e prima del “big-ben” e quindi non spiega cosa c’era prima del big-ben
• l’”intelligent design” poiché viene pensato da esseri che intellegiscono (gli uomini) esiste e non può, in assoluto, non esistere.

Se osserviamo i cristalli di neve vediamo la perfezione delle loro forme.



Tutto l’architettura del cristallo non può essersi generata da sola e non può essersi autocreata (Lavoisieur). Perché i cristalli di neve sono sempre e tutti a 6 punte e sono sempre delle stesse forme? Perché non cambiano forma? Sono sempre esagonali! Dietro ciò deve esserci un progetto di una Mente Infinita che ha permesso e ha creato questi disegni.

Il ragno che tesse la tela dove ha imparato a tesserla? Chi glielo ha insegnato? Forse la madre!. Ma sono stati compiuti degli esperimenti sui ragni appena nati. Sono stati separati dalla madre ma sono stati in grado di tessere le loro tele. Si potrebbe dire che il loro insegnamento lo hanno nei loro geni. Ma chi ha insegnato loro per la prima volta? Forse à stata l’evoluzione della loro specie iniziale che si è adattata all’ambiente e ha dovuto imparare a tessere la tela per poter mangiare.

Ma le regole della ”evoluzione” da dove provengono? Chi le ha dettate e perche le ha dettate? Sono regole, queste, che le ha definite l’uomo quindi possibili ad errori di valutazione.
Le regole della “creazione” sono state create dalla Chiesa quindi da uomini e quindi anche esse possibili ad errori.
Le regole dell’”intelligent design” hanno un fondamento più che ragionevole perché presuppone una mente che ha progettato tutto l’universo comprendono l’evoluzione e la creazione.

Tesi, quest’ultima, che potrebbe avvicinarsi a quella vera e che corrisponderebbe alla realtà e alla volontà del Dio unico ideatore e progettista dell’universo.

Ciò ci porterebbe a pensare ad una quarta dimensione in cui non ha senso né lo spazio né il tempo cioè una dimensione ma in cui esisterebbe l’infinito che comprende tutto ciò che conosciamo ma principalmente ciò che non conosciamo.
La non conoscenza implica l’incommensurabilità dello spazio e del tempo perché non esisterebbe né l’uno né l’altro senza inizio e senza fine proprio perché non possiamo misurarlo così come lo sono i numeri al disotto e al disopra dello “zero” ed è in questo infinito che noi, e forse altri esseri, siamo posizionati ma costretti dal tempo e dallo spazio in cui ci muoviamo e viviamo con un inizio ed una fine momentanea perché continueremo in un’altra dimensione.

Allora al di fuori dello spazio-tempo cosa esiste? La risposta è una sola:” la fede”. Fede in qualcosa che verrà.
La fede e la ragione è Uno dei temi fondamentali trattati da Agostino é quello riguardante il rapporto tra fede e ragione ; la concezione agostiniana a riguardo può essere sintetizzata nell' espressione : " Credo ut intelligam , intelligo ut credam " , ossia credo per capire e capisco per credere . In Agostino il rapporto fede e ragione non è vissuto in termini di esclusione reciproca ed é convinto che si possano intrecciare vicendevolmente ; dunque se la ragione può intrecciarsi con la fede , allora la ragione umana non é corrotta , come aveva sostenuto Tertulliano. Per Agostino solo chi ha la fede può capire fino in fondo , ma , paradossalmente , chi ha solo la fede , a sua volta , non può capire fino in fondo : fede e ragione si completano a vicenda . Per avere una piena conoscenza di una verità bisogna partire dall' atto di fede , tipico di una filosofia cristiana quale quella agostiniana : ricordiamoci che Agostino in primo luogo era cristiano , poi anche filosofo . Una volta fatto l' atto di fede , si può capire meglio e applicare la ragione .

Solo chi ha la fede può applicare la ragione fino in fondo , nel migliore dei modi . Però é solo con la ragione che si può comprendere l' atto di fede : é come se la ragione illuminasse la fede . E tuttavia la sola ragione non basta, e cercare di capire Dio con essa, rifiutando l'atto di fede, sarebbe per Agostino come voler racchiudere in una ciotola l'intero mare; tuttavia, compiuto l'atto di fede, la ragione può illuminarci e farci comprendere meglio tale gesto, sì perché in fondo sia la fede sia la ragione per Agostino hanno origine divina.

Questa concezione fortemente positiva della ragione in Agostino trova corrispondenza con la Trinità : in fondo nella Trinità la ragione umana , il logos , non é altro che un barlume del Logos divino , ossia della ragione divina : la ragione umana é una copia della seconda persona della Trinità , la sapienza ; é come se la ragione di ciascuno non fosse altro che un briciolo di divinità presente in noi .

Fede e ragione risultano quindi essere per Agostino all' incirca la stessa cosa , in quanto sono entrambi legati a Dio .

Certo talvolta nel corso della storia ci sono stati evidenti casi di contrasto tra ragione e fede , e Agostino ne era consapevole : pensiamo alla vicenda di Galileo sebbene posteriore ad Agostino : Galileo servendosi della ragione andò contro la fede . Ma Agostino ha una risposta a questo possibile contrasto : di per sè tra fede e ragione non c'é contrasto , anzi si completano , in quanto derivano entrambi da Dio ; che non siano in contrasto , però , non toglie che esse possano essere mal interpretate . Per Agostino il rapporto tra fede e ragione é un rapporto di intimità , di radicale non contraddizione.

Ripetendo il concetto di prima: siamo nelle tracce di Dio. Dove andiamo dopo la morte? Un solo posto è degno di essere immaginato e sperato. Fuori dal tempo e dallo spazio, in una globalità che contiene la definitiva visione spettacolare del creato, una festa e tripudio senza soluzione di continuità , una gratificazione e un senso di appagamento definitivo, una pace e godimento appena intuibili.

Per lo scienziato Zichichi non c’è nessun dubbio sull’esistenza di DIO:
"Nata con un atto di fede nel creato, la scienza non ha mai tradito suo Padre. Essa ha scoperto - nell'immanente - nuove leggi, nuovi fenomeni, inaspettate regolarità, senza però mai scalfire, anche in minima parte, il trascendente" "Non esiste alcuna scoperta scientifica che possa essere usata al fine di mettere in dubbio o di negare l'esistenza di Dio"

E' opinione comune che le leggi dell'universo scoperte dalla Scienza siano in conflitto con quelle imperscrutabili di Dio. La contrapposizione tra Fede e Scienza rappresenta uno dei dilemmi più laceranti del nostro tempo:
un dramma che conobbe il suo primo, controverso atto, con Galileo Galilei.

In questo saggio appassionato, che si legge come un vibrante manifesto, Antonino Zichichi smentisce tale contrapposizione e la ribalta:

"Non esiste alcuna scoperta scientifica che possa essere usata al fine di mettere in dubbio o negare l'esistenza di Dio".

Proprio il grande Galilei, scopritore del principio di inerzia, della relatività e delle prime leggi che reggono il creato, era credente e considerava la Scienza uno straordinario strumento per svelare i segreti di quella natura che porta le impronte di Colui che ha fatto il mondo.
E credenti erano Maxwell e Planck, due padri della fisica contemporanea, uomini che hanno aperto nuovi orizzonti sulle leggi dell'universo grazie allo studio di particelle infinitamente piccole; tanto piccole da non poter contenere traccia né di angeli né di santi, e da non poter quindi avallare, apparentemente, alcuna spiegazione razionale dell'esistenza del divino.
Ripercorrendo le grandi scoperte della scienza galileiana moderna, illustrandone con estrema chiarezza l'impulso innovatore, Zichichi dimostra come Fede e Scienza non siano in alcun modo in contrasto l'una con l'altra, e come possano essere doni distinti di Dio, espressioni delle due componenti di cui tutti siamo fatti: il Trascendente e l'Immanente. La Fede è un concetto astratto ma ci permette si conoscere, attraverso la Scienza, solo alcune verità come tutte le scoperte che ha effettuato l’uomo. Altre verità che non conosciamo le dobbiamo affidare solo alla Fede. Ed è proprio attraverso l’affidarsi alla Fede che l’uomo riesce sempre ad andare avanti e cercare, cercare e cercare.

Il giorno in cui l’uomo non cercherà più sarà l’inizio della fine del mondo e l’inizio di qualcos’altro di indefinito e di sconosciuto. Ma ciò non avverrà finché la natura dell’uomo sarà sempre dedita alla conoscenza dell’incognito.

Da qui scaturisce l’”esistenzialismo”:
E’ una corrente filosofica che si esprime nel periodo fra la I e II Guerra Mondiale e nell’immediato dopoguerra.

Dal punto di vista specificamente filosofico l’Esistenzialismo è un insieme di tendenze originali e diverse, che presentano, tuttavia, una serie di sfaccettature comuni: l’uomo è visto come un essere in continua mutazione, non dotato di un’identità chiara ma variabile durante la sua crescita, come un soggetto che ha di fronte svariate opportunità di scelte, strade diverse su cui indirizzarsi, identità nuove da assumere di volta in volta.

Ciò mette in gioco la sua autenticità, la libertà e la particolarità della sua esistenza. Ogni individuo è concepito come singolo e irripetibile, collocato in un tempo e un luogo precisi e con numerose capacità di scelta: e se questo gli dà forza, allo stesso tempo la finitezza spazio-temporale in cui vive lo limita e lo condiziona per tutta la sua esistenza.
La domanda centrale delle problematiche esistenzialiste è “che cos’è l’essere?”. Essa può essere posta in altri modi: cos’è che determina la nostra esistenza? Perché c’è l’uomo invece del nulla? L’essere è un concetto unico da cui derivano tutte le sue manifestazioni (l’uomo, le cose, ecc.)?
L’esistenza non è un problema, bensì un mistero. Un problema è infatti un qualcosa che si pone davanti a noi come un ostacolo e di cui noi possiamo perlomeno delimitarne la portata e quindi comprenderlo in via di massima. L’esistenza non si pone di fronte a noi, è anche in noi stessi, ci penetra, e dunque noi siamo sia soggetti che oggetti della domanda “che cos’è l’essere?”. Ma il concetto di essere non può venire categorizzato, perché esso stesso è l’insieme più ampio di tutti, di cui tutti gli altri insiemi fanno parte. Il fatto quindi che l’essere è in noi che fuori di noi non ci permette di dare mai una risposta definitiva al problema (o, meglio, al mistero).
Tre potrebbero essere le risposte: la prima, la più evidente, è che l’essere sia costituito dall’insieme di tutti gli esseri - cose e persone - presenti nel contesto spazio-temporale in cui viviamo; la seconda è che l’essere sia l’Io, cioè la nostra coscienza, il nostro io che si pone come altro rispetto al resto del mondo, è soggetto e non oggeto; infine può essere in-sè, ossia l’essere nelle cose e nei fenomeni che ci appaiono, negli oggetti che ci circondano, a cui però diamo un senso noi, e quindi in qualche modo derivano da noi. Nessuna di queste tre è una risposta completa: l’essere, secondo alcuni filosofi, è come se si manifestasse in parte in ogni cosa ma si cela sempre nella sua compiutezza.
Il fatto che noi ci poniamo la domanda “che cos’è l’essere?”, il fatto che andiamo in cerca di una risposta e indaghiamo la realtà nel cercarla è già di per sè una risposta. Si può dire, quindi, che si è, si esiste nel momento in cui ci si pone la domanda “perché esisto?”, “che cosa significa esistere?”. In questo modo, infatti, noi esistiamo perché il significato etimologico di esistere è ex-sistere, cioè in latino “essere fuori da”: in qualche modo cerchiamo di uscire fuori da noi stessi e guardare l’essere come qualcosa di altro, che non ci appartiene, lo analizziamo “fuori da noi” e questo è già un primo passo.
Ma oltre queste considerazioni, meramente teoriche, noi esistiamo cioè siamo “fuori da noi”, aldilà della materia, aldilà del tempo, aldilà dello spazio. Allora ricorre la domanda: esiste un’altra dimensione? E se esiste è incommensurabile fuori dalla portata della mente umana. Esisterebbe allora un altro Universo?
Se esiste bisogna capire cosa può generare un universo parallelo; questa cosa sono le dimensioni spazio-temporali per esistere un altro universo(secondo la teoria più accreditata) ci deve essere una dimensione spazio-temporale parallela, non possono esistere due universi nella stessa dimensione perché un universo alla fine occupa tutto lo spazio presente in una dimensione pertanto due corpi non possono coesistere nello stesso spazio nello stesso momento senza annichilirsi a vicenda.
quindi ipotizzando l' esistenza di dimensioni spazio-temporali alternative è possibile che esistano altri universi che possono avere conformazioni diverse dalla nostra ma pur sempre con le nostre leggi della fisica o diverse?
Quindi non è da escludere l’esistenza di uno o più Universi tutti diversi fra loro poiché non abbiamo i mezzi per poterli scoprire e perciò non si può né affermare né negare a priori tali possibilità.
L’uomo si sforza di capire o di immaginare tutti i perché, ovviamente non riuscendoci. Non abbiamo né i mezzi, né la capacità, né l’intelligenza di poter dare le risposte a tutti i perché che ci poniamo.
E se invece fosse tutto più semplice di quanto noi possiamo immaginare?
Per concludere ci dobbiamo affidare solo alla fede e alla speranza.






Dedico questi miei pensieri a Bruna, Laura e Francesca, nonché ai nonni: Vincenzo, Emma, Giovanni, Daniela.
Finito di scrivere il 20-marzo-2010 alle ore 18:25
Manlio Nazzaro Lombardi

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